Newsletter n. 134
Natale 2021
«In quei
giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di
tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era
governatore della Siria…» (Luca 2,1)
«La storia diventa storia nel patto di Dio con l’uomo: da quel momento l’itinerario temporale diventa significativo rapportandosi a Dio, diventando cioè storia della salvezza, salvezza promessa, attesa, venuta, perduta, disperatamente ancora sempre sperata».
In questa storia «sta il particolare, il temporale, il contingente, il rischio e la pena di ciò che è debole e precario, e a cui si volge la tenerezza del Dio che l’ha creato» (Sergio Quinzio, La fede sepolta, Adelphi, Milano 1978,22-23).
Sospendendo ogni curiosità esegetica e sorprendendoci di nuovo dell’incipit che riascolteremo nella notte di Natale, l’orizzonte si dilata dai confini di quel mondo antico per raggiungere le latitudini del nostro mondo post-moderno. Ancora censimenti, dati e statistiche di una terra in sofferenza e di un’umanità in affanno, restituiti alle fredde cifre di valutazioni retrospettive e proiettive. Ma dentro di esse, come in quell’iperbolico incipit del racconto natalizio, c’è il flusso della storia, degli uomini e delle donne, delle relazioni e delle istituzioni che cercano di custodire l’umano. Qui avviene il farsi “carne” e “storia” del Verbo di Dio. E di questo non siamo né rievocatori disillusi, né trasmettitori apatici o rassegnati. Ma stupiti di essere protagonisti di una storia, quella della tenerezza e della pietà di Dio (cfr. Esodo 34,6 Tito 1,1), che ci sostiene quando non nascondiamo la nostra manchevolezza (soprattutto quella colpevole). Quel Dio che non si ritrae dall’esporsi al rischio della (nostra) perdita, riconferma nella venuta del Verbo l’atto che la storia è storia di perduti che vengono salvati.
L’immagine
riproduce Il censimento di Betlemme
(Buenos Aires, Colleción de Arte Amalia Lacroze De
Fortabat), un soggetto natalizio inconsueto, ma ricco di fascino e simbologia.
Si tratta di una fedele copia di Pieter Bruegel
il Giovane dallo stesso soggetto prodotto dal padre, Pieter Bruegel il Vecchio
nel 1566. Maria, sulla cavalcatura, e Giuseppe, che reca sulle spalle alcuni
oggetti del suo lavoro di carpentiere, sono in basso a destra, raffigurati dopo
aver superato il fiume ghiacciato e in procinto di presentarsi all’ufficio del
censimento. L’ambientazione del testo evangelico è in un paesaggio invernale di
un vivace paese fiammingo. Ulteriore elemento di una storia che si riprende per rendere ciascuno contemporaneo
di un evento di salvezza.
Buon Natale!
Pier Davide e la presidenza ATISM